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L'altra Giornata dell'Indipendenza della nazione
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Il 19 giugno è un evento storicamente importante negli Stati Uniti. Noto come Juneteenth, è considerato da molti il secondo Giorno dell'indipendenza del Paese.

Juneteenth commemora la giornata nel 1865 in cui migliaia di persone ridotte in schiavitù in Texas vennero liberate, quasi due anni e mezzo dopo il Proclama di emancipazione.

Nel 1979, il Texas è diventato il primo stato a riconoscere ufficialmente Juneteenth come festa da osservare. Secondo il legislatore e attivista per i diritti civili Al Edwards, che ha contribuito a questo traguardo: “Ogni anno dobbiamo ricordare alle generazioni successive che questo evento ha innescato una serie di avvenimenti che hanno definito le sfide e le responsabilità delle generazioni successive”.         

Nonostante il recente riconoscimento di Juneteenth come festa federale, razzismo e ingiustizia non sono scomparsi. UPS e la sua taskforce Equity, Justice and Action stanno cercando di svolgere un ruolo attivo nella promozione del cambiamento per creare un mondo più giusto ed equo. Nikki Clifton, a capo della task force, ha parlato della missione di UPS.

“C'è un proverbio africano che adoro e recita: ‘Se preghi, muovi i piedi'”, ha spiegato. “Se non sei una persona che prega, inserisci quello che ti dà speranza. Quando sogni, quando desideri... muovi i piedi. Questo significa che c'è azione dietro le tue intenzioni”.

UPS collabora da molto tempo con organizzazioni che promuovono l'equità razziale, come la National Urban League e la NAACP, e ha stretto nuove partnership con organizzazioni come la Equal Justice Initiative.

Il team aziendale delle questioni pubbliche globali è al lavoro per promuovere norme più giuste come la legge federale Emmett Till Antilynching, che designa il linciaggio come reato d'odio a livello federale; e sta sostenendo il passaggio della legislazione sui reati d'odio nella Carolina del Sud e nel Wyoming, gli unici due stati del Paese che non hanno ancora una legge simile.

 “Nessuno è al sicuro finché non siamo tutti al sicuro”, ha detto la CEO Carol B. Tomé. “E sappiamo che in nessuna comunità del mondo ci deve essere posto per il razzismo, l'odio e l'intolleranza. Non resteremo inerti o in silenzio di fronte a questo problema”.

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